CD AUDIO Shivaprem & friends – Kahajanoory The Golden Volcano

CD AUDIO Shivaprem & friends – Kahajanoory The Golden Volcano

Intervista a Shivaprem

D. Life Celebration Dance… un titolo suggestivo, di che cosa si tratta ?
AMS.: Letteralmente la Danza che celebra la Vita, più che un seminario la consideriamo un esperienza di celebrazione e di completamento che ci piace offrire ai nostri partecipanti al termine di un ciclo di seminari per la crescita personale. L’esperienza “LIFE CELEBRATION DANCE” trae ispirazione dalle molte forme di danze tribali e sciamaniche che per più di quattromila anni hanno accompagnato l’Uomo nei momenti cruciali della sua vita ancestrale, scandita dai ritmi della natura, dal ciclo delle stagioni, dai solstizi e dagli equinozi.
Le danze tribali hanno da sempre accompagnato gli esseri umani nella celebrazione dei riti di passaggio alla fine o all’apertura di un nuovo ciclo di vita.
Nel nostro caso la danza non è correlata soltanto ai cicli stagionali legati alla semina o al raccolto, ma attualmente è intesa come momento di celebrazione per l’apertura o il compimento di un passaggio di vita interiore, quando vecchie convinzioni limitanti sono comprese e risolte ed un nuovo ciclo di vita psicologica ed emotiva si apre davanti a noi.
D.: Uno strano accostamento questo delle danze tribali con i temi della crescita personale, specialmente oggi con la diffusione delle tecniche di psicoterapia… non c’è un modo più moderno per sostenere la crescita personale?
SM.: Danzare è uno dei più grandi piaceri della vita, un vero regalo che ci offriamo quando lo facciamo naturalmente, senza controllare e guidare il movimento.

Shivaprem: composition, samplers & choir

Quando danziamo al di là di ogni forma e stile lasciando scorrere il naturale flusso di pensieri e sensazioni, permettiamo che affiorino spontaneamente dalla memoria ancestrale quei movimenti e quelle sensazioni che la razza primitiva antenata dell’umanità danzava attorno ai fuochi rituali. Se osserviamo un bambino danzare liberamente al ritmo dei tamburi noteremo che danzerà spontaneamente in questo modo senza averlo mai appreso da nessuno. Quei movimenti sono scritti nella memoria ancestrale di ciascuno di noi, non c’è bisogno di apprenderli nuovamente. A tal proposito ricordiamoci che nella filogenesi di formazione della vita in grembo materno, il nascituro, prima di assumere la forma umana, passa attraverso una serie di mutamenti antropomorfi, quasi passasse in rassegna le varie forme di vita che hanno preceduto la forma umana, figuriamoci se nel nostro DNA non sono registrate le esperienze tribali dei nostri antenati. Il problema è che nello stile di vita che conduciamo non ci permettiamo di ascoltare quelle sensazioni ed i segnali che il nostro corpo ci manda per recuperare quello stato di naturalezza…

 

La Life Celebration Dance offre un occasione per riconnettersi in modo facile e gioioso con la propria fisicità offrendo al nostro corpo uno spazio per muoversi ed esprimersi liberamente al ritmo di belle musiche, senza chiedergli in cambio nessuna prestazione particolare. E’ una pratica che i nostri avi hanno praticato nelle varie forme per migliaia di anni ed oggi purtroppo ce ne siamo dimenticati. Ed anche le proposte dei locali notturni e delle discoteche non sono più in grado di soddisfare questa esigenza.

D: Quindi voi proponete di ritrovare se stessi danzando un po’ come i nostri antenati quando festeggiavano la semina o il raccolto?
AMS.: Ritengo che oggigiorno la vera semina ed il vero raccolto siano quelli che accadono nel nostro animo, dove conta soltanto l’esperienza diretta con la nostra Essenza, al di là delle più seducenti teorie psicanalitiche.
Io penso che pur vivendo nel terzo millennio circondati da sofisticatissime tecnologie ed armi potentissime, di fatto nel profondo del nostro animo siamo ancora dei piccoli esseri tribali, bisognosi di una reale connessione con il pianeta che ci ospita e che ci sostiene totalmente, ma raramente ce ne ricordiamo ed ancor più raramente ci soffermiamo ad esprimere a Madre Terra un pensiero od un gesto di ringraziamento.

Fabio Serra: composition, keyboards, guitars, vocals, loops & programming

Le varie tecniche di psicoterapia, hanno il grande merito di aiutarci a comprendere le origini delle complicazioni che accadono nella nostra percezione mentale più o meno conscia, ma a parte qualche preziosa eccezione, non ci hanno ancora indirizzato a recuperare un rapporto energetico e celebrativo con la vita e con il pianeta.
Per capire ciò è sufficiente guardare un telegiornale “occidentale” ed osservare il comportamento di quel quarto di popolazione quasi vive quasi soffocata dalla propria abbondanza e sempre più sconnessa dalla vita, isolata ed impaurita, impegnata soltanto a percepire il resto del mondo come nemico da cui difendersi. Ricordiamoci che gli altri tre quarti degli abitanti del mondo che vivono ancora in una dimensione preindustriale, sono molto meno afflitti di noi da disturbi psicologici e malattie degenerative. Basta compiere qualche viaggio nei loro paesi per scorgere nei loro sguardi quella serenità e quella connessione che noi con le nostra ricchezze non potremo mai più ritrovare se non riconnettendoci con la stessa fonte di vita che illumina il loro sorriso… la vita stessa.
D.: A chi vi ispirate per la tecnica di questa danza ?
AMS.: Già molte persone prima di noi hanno avuto l’intuizione di utilizzare i ritmi tribali per sostenere il risveglio dell’energia profonda dell’essere umano e sostenerlo nei processi di crescita personale. Primo fra tutti Osho Rajneesh, il più originale e discusso Maestro di Realtà contemporaneo che nella sua vita ha creato molte tecniche di meditazione dinamica, utilizzando appunto l’intensità del movimento corporeo, spesso associato alla danza, per favorire l’esperienza del silenzio interiore e della trascendenza.

Radhapunja: vocals

Oltre a Lui, voglio ricordare con riconoscenza un altro grande ricercatore ed interprete della tribalità asservita alle esigenze del 21° secolo: Frank Natale.
F. Natale ha sperimentato personalmente molte delle tecniche sciamaniche e di espansione della coscienza di varie popolazioni e culture tribali ancor oggi vive e praticate, derivando un suo metodo originale, la “Trance Dance“ appunto, con cui ha formato alcuni facilitatori che tuttora ne diffondono la pratica.

 

Il nostro approccio si discosta dal quel suo ottimo lavoro, portando l’enfasi del movimento più sull’aspetto celebrativo che non su quello della pratica sciamanica. Nel nostro lavoro, e particolarmente nella “Life Celebration Dance”, la danza è praticata a compimento di un ciclo di lavoro in cui abbiamo già sperimentato con i partecipanti altre tecniche consapevolezza, Breathwork e meditazione.
D.: E’ difficile praticare questa Life Celebration Dance ?

SM.: No anzi, l’enfasi è proprio sulla facilità e sulla naturalezza. La pratica è semplice: non c’è bisogno di fare nulla di particolare. La musica stessa sarà la nostra ispirazione e la nostra guida. La danza si svolge ad occhi chiusi (coperti da una bandana) e ciò consente di mantenere l’attenzione all’interno non essendo distratti a osservare gli altri, o a temere di essere da loro giudicati per l’estetica dei nostri movimenti.
Di fatto non è una danza per socializzare, ma un occasione per tuffarsi con l’energia del movimento al centro della propria interiorità. Con gli occhi chiusi, coperti dalla bandana ed il corpo rilassato, ci abbandoniamo all’ascolto dei primi grooves di percussioni permettendo alla nostra istintività, libera del bisogno e dal timore di mostrarsi, di seguire il ritmo fino a sentirlo pulsare dentro di noi in modo tale da ispirare i movimenti del corpo come promossi autenticamente dal sentire interiore della musica e del ritmo.

Florio Pozza: didjeridoo, vocals, percussions

Questa modalità di ascolto e di movimento, libera dall’esigenza di seguire un qualche modello estetico, favorisce il rilascio delle tensioni corporee, ed in breve tempo si rilasciano anche le tensioni psichiche ed emotive.
D.: Quali sono gli effetti di questa danza ?
AMS.: E’ innanzitutto un’occasione per essere liberi di lasciar esprimere il corpo e ascoltarne i messaggi, ascoltare le proprie emozioni ed i propri pensieri in un momento di grande sviluppo di energia. Ci si lascia guidare dalla musica, dai suoni, lasciando a loro il compito di dar origine al movimento del corpo. Danzando raccolti in noi stessi con gli occhi bendati, creiamo un evento assolutamente unico e personale per ciascuno di noi, performando un’azione che non ha niente a che vedere con le aspettative degli altri, ma soltanto con ciò che vogliamo dedicare a noi stessi.
Sappiamo che ognuno di noi ha il proprio ritmo vitale ed il proprio movimento e con l’esperienza della “Life Celebration Dance” impariamo a riscoprirli dolcemente permettendoci di essere totalmente noi stessi senza valutazioni esterne.

 

Quando ci muoviamo con movimenti spontanei e naturali, non più preoccupati di ciò che gli altri pensano di noi, liberiamo la nostra memoria ancestrale bloccata dai condizionamenti sociali e sperimentiamo con grande sollievo un afflusso di nuova energia vitale che schiarisce la mente mettendoci in contatto con le nostre intuizioni più profonde.
La danza diviene così rilassante e allo stesso tempo energizzante; attraverso questo approccio risvegliamo il movimento naturale del corpo e della nostra vitalità.


Gianni Sabbioni: basses

Attraverso la “Life Celebration Dance” favoriamo l’esperienza di una percezione più sensibile e raffinata di noi stessi, quello che i ricercatori definiscono coscienza non ordinaria o espansa di Sé, laddove iniziamo a “vedere e sentire” con l’intuizione interiore e sottile piuttosto che con i sensi esteriori. Questa danza porta a “pensare col cuore”, come facevano i nostri antenati, invece che solo con la parte logico – razionale.
Diceva Frank Natale che “mentre il corpo danza, l’anima viaggia e ricorda, libera dai limiti di questa vita. Viene risvegliata un’energia enorme poiché il corpo si riempie totalmente di esistenza, completamente presenti, pieni d’amore, di energia e di passione per la vita. Finalmente siamo soddisfatti di essere degli Esseri Umani.”
Mi sembra una definizione davvero appropriata poiché quando danziamo in questa modalità favoriamo davvero un profondo e coinvolgente stato di coscienza espanso ricco di sensazioni, immagini, ritmi, odori, forme, luoghi che esistono nella nostra percezione più sottile, oltre il tempo e lo spazio.
Danziamo dall’interno verso l’esterno e allora, senza resistenza, possiamo sperimentare noi stessi attraverso nuovi sensi, privi del condizionamento e dei limiti della realtà ordinaria.
D.: Si tratta allora di Musicoterapia ?
SM.: No, non esattamente, poiché danziamo senza un particolare intento terapeutico, senza un qualche cosa di specifico da dover modificare, trasformare

Alessandro Gioia: drums

o guarire.

In questo stato attivo e sensibilizzato si giunge spontaneamente senza che ci venga richiesto di pensare consciamente all’esperienza; cominciamo semplicemente a lasciarci trasportare dal ritmo nel flusso eterno della vita. Ad un certo punto della danza, potremmo sentire una vibrazione di energia muoversi attraverso il corpo che ci ispirerà dei movimenti spontanei atti ad intensificare il movimento e la liberazione di tensioni ancor più profonde, fisiche, psichiche ed emotive. E’ il manifestarsi della saggezza corporea che si prende cura di sé, stimolandoci a fare quei movimenti liberatori e pacificanti di cui sentiamo tanto il bisogno, ma che raramente ci permettiamo di manifestare.
Il suggerimento è di assecondare questa energia con la fiducia che stiamo favorendo il movimento e la manifestazione della nostra vera essenza. Il contatto con la nostra interiorità diverrà allora non soltanto teorico, ma realmente percepibile e sentito dal danzatore che in qualche modo diviene un tutt’uno con il movimento della danza; diviene danza egli stesso, come Osho suggeriva in uno dei suoi mirabili discorsi.
A questo punto tutto il movimento diviene una danza, e la Danza diviene pura celebrazione. La celebrazione della vita che ci anima. Ecco allora accadere la comprensione esperienziale del vero significato espresso nel titolo “Life Celebration Dance”: quando entriamo in contatto con colui o colei che sta celebrando la vita attraverso la danza scopriamo che è la Vita che celebra Sé stessa, libera dalle restrizioni dell’identità del danzatore.
Allora cessiamo di essere dei danzatori e diventiamo la danza stessa, riempiti dal senso della nostra esistenza infinita.

E’ un esperienza bellissima, ineffabile e difficilmente descrivibile a parole.
D.: Ma con tutta la bella musica classica ed anche moderna che abbiamo a disposizione c’era proprio bisogno di utilizzare quei ritmi tribali per contattare se stessi?

Luca Nardon: percussions

AMS.: Le musiche tribali hanno il grande merito di essere basate su ritmi naturali per l’essere umano, rispettosi dei suoi bioritmi corporei.
Ricordiamoci che la prima musica dell’umanità è stato il battito di mani o forse una pietra battuta su di un tronco cavo e risonante, prima ancora dei tamburi di pelle di animale. Probabilmente il nostro antenato inventore del ritmo, voleva con quel battito amplificare il mistero del cuore che come tamburo scandisce dall’interno del nostro petto il ritmo della vita che ci anima. I ritmi della musica tribale sono rispettosi dei nostri ritmi corporei; pulsando al massimo a 90-100 / BPM (battiti al minuto) non ci costringono ad “impasticcarci” per sostenere i traumatici 170 BPM di certe musiche da discoteca. Vorrei

 

 

dire che la “Life Celebration Dance” fa bene al cuore tanto da poter essere addirittura utilizzata

come coadiuvante alle terapie di recupero per le persone infartuate… ma questa è un altro argomento; preferiamo proporre la “Life Celebration Dance” come celebrazione della vita e della gioiosità che ne scaturisce praticandola.

 

Audio CD
durata: 57.06 minuti
incluso libretto di 8 pagine con il mito di kahajanoory e ricche illustrazioni

Prezzo: €15,00 + € 2,00 di contributo per spese di spedizione




 

 

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